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Cosa distingue un ritratto banale da un ritratto d’autore, oppure quali elementi contraddistinguono un grande attore da una mediocre comparsa?

Cogliere l’attenzione e l’intenzione del soggetto.

Ebbene al di la dell’avvenenza della modella o del modello che voi abbiate a disposizione, ciò che più conta è “l’intenzione”.

Normalmente accade che Il soggetto, mi riferisco ai servizi fotografici in studio, all’interno di una sequenza di scatti, vi rivolga, alle volte inconsapevolmente, quella giusta attenzione che il suo corpo traduce in quel fenomeno che io definisco intenzione, ma che magari altri definiranno nella maniera che ritengono più consona. Se sarete fortunati di cogliere quell’attimo, lo noterete immediatamente emergere tra tutte le altre foto, non avrete dubbi.

Il contributo emotivo che caratterizza ciascuno di noi, dona una dinamicità unica in quelle foto che non saranno più ripetibili con altri soggetti posizionati in egual maniera.

Tuttavia, un fotografo esperto ha numerose armi per conseguire il risultato sperato, adattandosi di volta in volta ai diversi soggetti con cui avrà a che fare.

Come scegliere le giuste ottiche

Anche in questo caso la scelta dell’obbiettivo si rivela fondamentale. Esistono diverse tipologie di ottiche:

  • Ottiche fisse
  • Ottiche Zoom a diaframma variabile. (con o senza stabilizzatore)
  • Ottiche Zoom a diaframma fisso. (con o senza stabilizzatore)

Le ottiche fisse

Sono quelle in assoluto più luminose e possono raggiungere il famoso e agognato diaframma 1.4 (alcune anche 1.2, ove ricordiamo, 1.0 è il valore di riferimento dell’occhio umano). Queste ottiche tuttavia risultano poco pratiche, e costringono il fotografo a frequenti cambi obbiettivo oppure ad ampi spostamenti sul campo, non sempre possibili, per controllare l’inquadratura. Per tale motivo sono maggiormente impiegate nei servizi fotografici in sala di posa.

Malgrado ciò le loro proprietà qualitative restano uniche e ben distinguibili anche dalle foto realizzate, a parità di diaframma, con le migliori ottiche zoom.

Altre proprietà verranno illustrate più avanti.

Le ottiche Zoom

Le ottiche zoom sono più pratiche ma anche nella migliore delle ipotesi non scendono mai sotto 2.8, ovvero sono mediamente quattro volte meno luminose delle fisse.

Tra gli zoom di scarsa qualità troviamo quelli a diaframma variabile, generalmente inclusi nel kit di base della vostra reflex. Questi obbiettivi si allungano quando si usa lo zoom, allontanando cosi la lente principale dal sensore. Ciò causa una caduta della luminosità che si traduce nella chiusura di uno o due stop di diaframma. Da queste lenti, solitamente di plastica, origineranno foto scure e verdognole se non si lavora in un ambiente ben illuminato.

Zoom a diaframma fisso

Altra categoria sono gli zoom a diaframma fisso, che non soffrono di questo problema e montano lenti di vetro, anche qui di varia qualità. Le lenti asferiche sono le migliori perché sono in grado di minimizzare le aberrazioni cromatiche che nelle lenti scadenti, sferiche, si verificano nelle zone periferiche dell’immagine sotto forma di contorni rossastri o ciano.

Quando la distanza tra la lente principale ed il piano di esposizione è uguale a 50mm, detta distanza focale, il fattore di ingrandimento equivale alla vista umana. Tutto ciò che è al di sotto, ad esempio 24mm indica fattori di ingrandimento grandangolari, ovvero, il fotogramma raccoglie una porzione di realtà più ampia di quella visibile ad occhio nudo.

Ciò comporta l’inevitabile accentuata distorsione delle linee prospettiche, motivo per il quale le lenti grandangolari più estreme vengono chiamate Fish Eye (occhio di pesce).

Viceversa, tutto ciò che supera i 50mm ricade negli zoom o tele obbiettivi. Si indica con la lettera X preceduta da un numero, il fattore di moltiplicazione ottico che quella lente possiede rispetto alla vista umana. Uno zoom da 200mm equivale pertanto ad  un ingrandimento 4X; molte fotocamere compatte di fascia economica partono da 8X.

L’importanza dei diaframmi e della focale

Tornando quindi alla lente più idonea al fine di mettere in risalto il nostro soggetto in sala di posa, possiamo sicuramente concludere che avremo bisogno di due cose, una lente fissa, per poter sfruttare le aperture massime, lavorando con basse sensibilità e tempi veloci.

La lente deve avere una focale maggiore di 50mm, generalmente 70 o 105mm, a meno che il vostro intento non sia quello di fare delle foto caricaturali, utili magari con soggetti animali, nel qual caso un grandangolo farà al caso vostro.

Profondità di campo

Lavorare con diaframmi molto aperti consente inoltre di accorciare la profondità di campo del punto di fuoco, ovvero quell’area oltre e prima del piano focale dove tutti i punti rimangono nitidamente visibili. Oltre questa zona, che a diaframma aperto può avere lo spessore di qualche centimetro, tutto diviene confuso e mescolato. Ciò, nel caso di un ritratto, ci consentirà di accentuare l’attenzione su particolari del soggetto a cui vogliamo che l’osservatore dia importanza. Tale tecnica funziona splendidamente anche all’aperto e maggiormente con le ottiche zoom, grazie alle quali saremo in grado di isolare completamente il soggetto dal contesto; pensate ad esempio alle foto di auto da corsa, noterete che lo scenario in lontananza è molto confuso e sfocato, mentre solo l’auto immortalata, non quella che la precede, ne quella che la segue, è perfettamente nitida e bloccata.

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